Cercare l’elemosina

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Categoria: Dera e Qiellit

L’umano in cerca di elemosina è configurato in Albania sino ad oggi come nelle antiche stampe di qualche secolo fa. A me sono venuti in mente gli ammalati che dovevano sostare alla piscina di Bethsaida nel racconto evangelico o sicuramente anche fuori dai santuari greci più rinomati: quello di Apollo a Delfi, di Asclepio a Olimpia, ecc.

Chissà quante regole deve conoscere chi domanda la carità, soprattutto in un contesto difficile come quello di un Paese povero. Sai già di dover osservare certe regole e guai a te se le ignori o fai finte di averle dimenticate. A Laç, sulla montagna del santuario di sant’Antonio, il 2 di giugno, penultimo martedì di pellegrini a frotte, ho visto una serie incredibile di ammalati. Alcuni con gli ombrelloni aperti affrontavano il caldo torrido, denudati per suscitare la compassione della gente, con dei monconi al posto degli arti, ma specialmente incapsulati nella loro condizione, senza nessuna prospettiva o desiderio di venirne fuori.
Mi chiedo, per curiosità, se lo Stato albanese assicuri o no un minimo di contributo a questi esseri umani. Sembrano proprio voler dare un’interpretazione di sé e della loro condizione disagiata. Attori provetti o personaggi industriosi che riescono a sopravvivere. Una vetrina in cui sono entrati per tutta la vita, un palco sul quale sono saliti e da cui non scenderanno mai più. Che guaio sarebbe se dietro loro ci fossero altri a guidarli e sfruttarli. Tante volte anche in Italia funziona così.

Fra Pier Giorgio Taneburgo