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La piccola chiesola di S. Maria Maddalena e gli evidenti miracoli

Pubblicate antiche lettere scritte da Scutari al Collegio di Propaganda Fide - Il Giubileo della Misericordia avviato fra poco anche in Albania

Nel corso del 2015 la Custodia dei Frati Minori di Albania ha dato alle stampe in lingua geg presso la sua casa editrice, Botime françeskane, un volume di Italo Sarro. Si tratta di uno studioso italiano, originario di S. Giacomo di Cerzeto, paese di lingua e cultura arbëresh, in provincia di Cosenza. Egli ha frequentato per un certo tempo a Roma l’Archivio storico di Propaganda Fide, l’organismo della Curia Romana che si occupa dell’evangelizzazione dei popoli. Così è riuscito a mettere insieme appunti e carte interessanti, quadri sintetici e tabelle per un contributo alla storia ecclesiastica dell’Albania settentrionale, particolarmente nei secoli XVII-XIX.

 Informiamo i nostri Lettori, poiché la fraternità cappuccina di Scutari sembra essere direttamente coinvolta, grazie alle citazioni riguardanti l’antica chiesa di santa Maria Maddalena, sulla collina di fronte al castello di Rozafa. Nelle pagine che trattano della devozione degli albanesi e degli italiani alla Madonna del Buon Consiglio, sino ad oggi patrona dell’Albania, è riportato il testo di una lettera scritta il 27 maggio 1780 al Collegio di Propaganda Fide. L’autore è il vescovo di Scutari, mons. Gjergj Radovani. Vi si legge:

«L’Antica Chiesa di S. Maria Maddalena Situata di là dal Fiume Bojana nel monte di Casena detto Preva dirimpetto alla Piazza di Scuttari, è molto insigne per la credenza che miracolosamente d’Ivi siasi Staccata, e trasportata in Genazzano La Sacra Immagine della Madonna del Buon Consiglio; ... tutta questa Cristianità... con culto Singolare quotidianamente La venera, e con folla grande ivi concorre li 22 Luglio per L’Indulgenza Plenaria... : E tal culto... persevera... per le grazie..., e per i... Prodigi... non averla potuto i Turchi ridurre in Moschea: In essere stati subbito puniti quei che osarono prender d’ivi delle Pietre per altre fabbriche... trucidati... Bassà di Scuttari detti li Ciausci... (il) Paroco... và a chiedere dal Bassà La permissione del Concorso. Ed il Padre del Odierno La dava Sempre volentieri assicurandoci che nessun avrebbe ardito molestarci: Il Fratello Mustafà Bassà rispondeva che si accendessero ivi non una ma cento candele, e che si pregasse ancora per Lui: E l’odierno Mahmud Bassà non solo concede Libertà, ma è altresì propenso che si copra e che si restauri.
Per il che Le Cattoliche con voti, ed a piedi Scalzi per devozione passano francamente per la Piazza, e vanno alla detta Chiesa... intorno in ginocchioni con gran edificazione di tutti... L’altre chiese si sono rifatte... ma per questa, come dice il Bassà stesso, acciò sussista, vi vuole il permesso della Porta poiché è prossima alla Città ed in faccia alla Piazza...».

La lettera in questione si trova nell’archivio nel fondo “Albania”, volume 18, pagina 216r. La lingua italiana originale è facilmente comprensibile. Bassà sta per Pascià, l’autorità di governo della città, direttamente collegata al dominio ottomano, che allora si estendeva dal mar Nero ai mari Adriatico e Jonio. Così anche è da intendere “il permesso della Porta”, che rinvia alla città di Istanbul, porta verso l’Oriente. Il nome di Istanbul, voluto dai Turchi per Costantinopoli dopo la conquista del 1453, viene fatto risalire all’espressione greca eis tèn Pólin, che significa “alla Città”: movimento, direzione, anelito verso la Città per eccellenza. Possiamo desumere, allora, alcune notizie importanti.
La prima è che la chiesetta di santa Maria Maddalena esisteva con certezza in quel sito ancor prima del 1780. La seconda è che, a differenza di quanto si crede, la venerata immagine della Madonna del Buon Consiglio, prima di lasciare la sua terra, era custodita proprio dentro questa chiesetta. Oggi il santuario ai piedi del castello di Rozafa è stato ricostruito - grazie al cielo! - dopo la distruzione stabilita dal governo comunista nel 1967, anno della chiusura e della rovina o trasformazione di gran parte degli edifici di culto in tutta l’Albania. Ad aprile 1993 san Giovanni Paolo II, visitando Scutari, benedisse anche la prima pietra del santuario che si doveva restaurare.
Il vero miracolo è che, nonostante la persecuzione, la fede è stata testimoniata a Scutari dal sangue dei martiri. Una volta rifiorita, essa continua a portare frutti di santità. Basterebbe pensare alla gente che ogni sabato dell’anno riempie il santuario; a quanti vi accorrono il 26 aprile (festa della Madonna e anniversario del trasferimento dell’immagine affrescata) e per l’intero mese di maggio.
Un’altra notizia evidente è che il centro della vita di Scutari, quella che dal Vescovo viene definita “piazza”, stava proprio ai piedi del castello, lungo la riva del fiume Buna. Oggi il centro si è spostato verso nord e si tratta della normale trasformazione che tutte le città subiscono a motivo dell’ampliamento urbano, dei luoghi del commercio, dell’amministrazione, del culto e della vita pubblica.
Una seconda lettera riportata nel libro è più recente. Quarant’anni dopo mons. Radovani, nel 1820, il vescovo Niccolò Murichi (Kolë Muriki) osservava in una relazione sulla diocesi scutarina, inviata a Roma (vol. 25, pag. 420r):

«La Casa Parrocchiale è rovinata, ne si può quand’anche si avesse possibilità risarcire per essere la medesima Sotto la Fortezza... di rimpetto della medesima contigua vi ci stà la piccola Chiesola di S. Maria Maddalena, che minaccia scoprimento, quale tanto vicina in vista continua della Città e frequenza Sarebbe da gran tempo eguagliata con suolo o convertita in Moschea Se per evidenti miracoli di ripetuti rompicolli delli profanatori infedeli Sacerdoti la Santa benedetta non l’avesse difesa».

Una terza testimonianza scritta è posteriore. Nel 1878 il vicario della diocesi di Scutari, Dom Radoja, affermava che le chiese presenti nella zona erano due, una dedicata alla Madonna protettrice della città e l’altra a santa Maria Maddalena del Buna, appunto il fiume che scorre dal lago verso il Drin. Evidentemente col tempo l’equivoco si chiarisce e i luoghi sono meglio identificati anche nei documenti storici.
Ancor oggi la misericordia di Dio non ferma il suo corso e la chiesa-santuario della Madonna del Buon Consiglio è stata scelta nell’arcidiocesi di Scutari-Pult come luogo giubilare per l’anno speciale che stiamo vivendo. Il 19 dicembre 2015 vi sarà aperta la “porta santa”, motivo di incoraggiamento per i pellegrini oltre che di apostolato per i sacerdoti confessori e missionari della misericordia, chiamati a donare a chiunque la grazia soprannaturale del perdono. Dai documenti si evince che la storia degli uomini può a volte confondersi. Anche alcuni tipi iconografici possono essere mal interpretati o addirittura singole opere erroneamente attribuite. Invece la storia di Dio è di amore feriale all’umanità, amore e perdono che non conoscono fraintendimenti né interruzione.

Per chi fosse interessato ad approfondire:
Italo Sarro, Kontribut për historinë kishtare të Shqipnisë së Epërme shek. XVII-XIX, Shkodër 2015.

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