Porta del Cielo

Porta del Cielo

In visita alla Moschea di piombo, subito dietro la collina del castello, ci siamo imbattuti in un signore, un nonno, che ci ha detto di essere l’imam di quella storica moschea. Il 16 novembre 1990, più o meno nello stesso momento in cui i cattolici celebravano la loro prima Messa pubblica al cimitero di Scutari, anche i musulmani riprendevano il loro culto tradizionale nel giorno di venerdì. Col nonno anche un nipotino biondo, bravo e bello, di nome Ryan. Scritto all’inglese, per così dire, è un nome di origine irlandese e significa “piccolo re”. Anche noi all’Epifania abbiamo la tradizione di venerare il Bambino Gesù nell’aspetto di un piccolo re, che benedice e inaugura la venuta del Regno attraverso la sua manifestazione ai pagani.

Ma in arabo questo nome significa anche “porta del Cielo”. Si potrebbe, allora, sperare fortemente di rappresentare in vita per tutti un tale passaggio felice. E di giungere dopo morte a contemplare quell’ingresso tanto desiderato. Tutte queste considerazioni le ho scambiate con fra Ryan, novizio della Provincia dei Cappuccini di Malta, il quale porta lo stesso nome.
L’incontro amichevole con i musulmani di oggi, anche a Scutari, porta a un colloquio fecondo. Dove il dialogo teologico sembra a volte fallire e la prassi di alcuni è fortemente marcata in senso integralista, certamente ha più possibilità di riuscita e di successo l’avventura di famiglie che si rispettano e sono in ottimi rapporti quotidiani.

Fra Pier Giorgio Taneburgo