IN PARTENZA UN’INTENZIONE, COME ARRIVO UNA MISSIONE

In molti casi, o forse, in quasi tutti i casi, ciò che importa non è avere le risposte ma avere le domande!

Abbiamo avuto la possibilità di far scendere in campo la nostra curiosità e la voglia di porre e di porci delle domande i giorni 15 e 16 Novembre nel primo degli otto week-end previsti per il corso di formazione missionaria "Ora è tempo di…missione!" tenutosi nel convento dei frati di Giovinazzo.

Ma che cosa vuol dire missione? Cosa farà mai un missionario? Noi non lo sapevamo, forse ne avevamo solo una vaga idea, ma ce lo siamo chiesti ed è questo quello che conta!

Il primo incontro verteva sulla conoscenza; dopo esserci presentati il sabato pomeriggio, abbiamo avuto modo di conoscere Fra Antonio Imperato, una persona che ha tanto da raccontare, glielo si legge negli occhi, e quando qualcuno ha da raccontare, non è importante sapere chi è, quanti anni ha o che fa nella vita, è importante ascoltarlo.

Dopo la visione di alcuni video riguardanti esperienze missionarie in Albania, Romania, Tanzania e Mozambico, è stato curioso riscontrare nel volto di tutti il forte impatto che quelle immagini hanno provocato, immagini che non hanno avuto bisogno di una discussione, di parole verbali, ma di un silenzio eloquente!

Ci sono poi sensazioni che non scaturiscono necessariamente da un'attività, da un video, da persone sedute in cerchio, ma nascono spontaneamente, così come è successo; la condivisione di un pasto, di una passeggiata tutti insieme, del "buongiorno" al mattino seguente!

La cena ad esempio non è stata una vera e propria cena bensì un ulteriore momento per conoscerci meglio, per confrontarci anche attraverso un aspetto quotidiano come può essere quello del mangiare; lo abbiamo fatto insieme, senza impostazioni e senza badare ai convenevoli, eravamo lì, semplici, con la voglia di scoprirci e di imparare l'uno dall'altro qualcosa di nuovo.

E' stata autentica la sinergia che si è creata, seppure fossimo persone quasi sconosciute, l'obiettivo comune ha permesso a tutti noi di sentirci a casa e di godere di quei momenti con disinvoltura.

Condivisione: questo è forse il miglior modo per partire, per una formazione, per un viaggio, per una missione!

E' indispensabile condividere un sorriso, è necessario cominciare qualsiasi cosa, per qualsiasi "dove" con un sorriso.

A volte è bello immaginarsi nelle vesti di qualcun altro, di un missionario; quello che ci sfugge non è il plateale, ma il particolare.

Missionario è non solo colui che parte, non solo colui che dona a kilometri di distanza, ma anche colui che rimane, che comincia dal vicino.

C'è chi è stato capace non solo di partire, ma anche di restare. Un esempio ci è stato dato da Don Michele Stragapede, audace nelle sue scelte e nel farsi carico di un progetto voluto da Don Tonino Bello.

Don Michele è infatti responsabile della C.A.S.A di Ruvo e ci ha raccontato della realtà che vive ogni giorno all'interno di questa struttura che accoglie tossicodipendenti e di come sia importante la figura del missionario che resta, occupandosi del "vicino di casa".

Non è con le parole che ci sporchiamo le mani, che ci mettiamo in gioco in tutto e per tutto, che doniamo e doniamo noi stessi, ma è con l'operato, con una stretta di mano, armati di gioia e voglia di fare, non solo con le intenzioni ma soprattutto con i fatti.

Solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti. L'unica porta che ci introduce oggi nella casa della credibilità è la porta del servizio. Conta più un gesto di servizio che tutte le prediche e le omelie". Don Tonino Bello

Mastroviti Martina

Nardiello Melissa